Introdotto da Carlo Lucarelli, con gli interventi degli storici Daniele Ceschin e Antonio Gibelli, il filmato presenta le eloquenti immagini delle centinaia di migliaia di profughi civili in fuga dopo la rotta di Caporetto ed il dilagare dell'esercito austro-tedesco nel territorio friulano e veneto. Una fuga caotica quanto quella delle truppe italiane, caratterizzata dalla totale assenza di qualunque aiuto da parte delle autorità civili o militari, che sradica 500.000 persone e le disperde, in condizioni difficilissime, su tutto il territorio italiano.
Oltre al filmato, presentiamo una serie di racconti e testimonianze sulle violenze subite e le drammatiche difficoltà affrontate da queste vittime civili della grande guerra.
Documento: Daniele Ceschin, Gli esuli di Caporetto
Viene qui ripresa una breve descrizione di Ardengo Soffici che, da ufficiale, assistette alla rotta dell'esercito e alla fuga dei civili nelle prime drammatiche giornate della battaglia di Caporetto, riportando poi i suoi ricordi nel Libro “La Ritirata dal Friuli”.
Documento: Camillo Pavan, In fuga dai tedeschi. L’invasione del 1917 nel racconto dei testimoni
Le testimonianze riportate sono emblematiche di tre diversi aspetti dell'esperienza dei profughi: le enormi difficoltà della fuga, il trauma delle violenze, l'umiliazione della miseria.
Le immagini di questo modulo provengono da diversi archivi online come specificato nelle didascalie.
Tra le conseguenze più pesanti della cosiddetta “disfatta di Caporetto” c'è l'odissea dei profughi civili, donne, vecchi, bambini, che nell'ottobre del '17 furono costretti ad abbandonare Udine, Treviso, Venezia e tante altre località minori. Quell'esodo di massa costituisce, per certi versi, un caso unico nella storia dell'Italia unita ed assume una molteplicità di significati. I fuggiaschi riparati in Italia diventarono, in qualche modo, il ritratto della zona occupata, il segno più tangibile di una guerra vicina e minacciosa, in cui alla dimensione militare si aggiungeva una dimensione civile, difficilmente decifrabile.
(Museo Civico del Risorgimento di Bologna)
(Consorzio Culturale Monfalconese)
(difesa.it)