Una puntata di "Passato e Presente" su un periodo decisivo della storia italiana: quello della partecipazione delle donne alla Costituente. Alla fine della seconda guerra mondiale, le italiane - in particolar modo quelle che hanno lottato nella resistenza - chiedono di poter partecipare attivamente alla rinascita politica della nazione. Ottengono così il diritto di farsi eleggere, al pari degli uomini. Nel 1946, 21 donne vengono elette nell'Assemblea Costituente, e tra loro anche quattro deputate che entrano a far parte della Commissione dei 75, incaricata di redigere la nuova costituzione. Col contributo delle donne presenti all'Assemblea Costituente viene formalmente sancito nella Costituzione il principio di uguaglianza tra i sessi.Traguardi importanti ma non decisivi, che rappresentano solo la prima tappa di un lungo percorso verso il riconoscimento di una sostanziale parità, tanto nelle istituzioni quanto in famiglia e nel lavoro.
In questa lezione, tratta dal programma di Rai Cultura "La Scuola in tv-Istruzione per gli adulti", la professoressa Monica Alessandro, si sofferma su uno dei molteplici esempi di lotte sociali contro la discriminazione, ovvero le lotte per la parità di genere. Si passa in rassegna un excursus storico sulle tappe fondamentali per il movimento femminista sia da un punto di vista nazionale che internazionale, partendo dalla Rivoluzione francese e arrivando fino ai giorni nostri.
Nilde Iotti, in qualità di deputato, prese parte ai lavori della Costituente, e testimonia l’importanza dell’articolo 3 per le donne e la società in generale, soprattutto negli anni del dopoguerra, per quanto molte delle aspettative furono, poi, deluse ed altrettanti impegni disattesi. Il filmato, tratto dal progetto di Rai Educational "Storia d`Italia multimediale", del 1997, esamina il principio affermato dall’articolo 3 della Costituzione italiana che riconosce pari diritti e doveri ad uomini e donne. Si tratta di un principio che ha contribuito alla rapida trasformazione della società italiana, dando alle donne, tra l`altro, la possibilità di accedere senza limiti agli uffici pubblici. I membri della Costituente furono eletti anche grazie al voto femminile esercitato per la prima volta il 2 giugno 1946. In quella circostanza, ventuno dei deputati dell’Assemblea Costituente furono donne.
Passato e Presente dedicata questa puntata al ruolo delle donne nella Resistenza, che dal 1943, quando comincia la lotta partigiana, conquistano, nel corso dei mesi, rispetto e riconoscenza anche da parte di grandi intellettuali come Leo Valiani e Alessandro Galante Garrone. Nonostante il contributo alla Resistenza, però, già in occasione dei grandi festeggiamenti per la liberazione, il 25 aprile 1945, si assiste a un chiaro tentativo di minimizzare il ruolo delle donne: le grandi aspettative di emancipazione devono essere messe da parte.
Maria Montessori, Grazia Deledda, Rita Levi Montalcini, Nilde Iotti, italiane conosciute e stimate in tutto mondo, sono le protagoniste della puntata dedicata alla condizione della donna, alle conquiste sociali e culturali e alle questioni ancora aperte, dall’inizio della Repubblica ad oggi. Tratto da Eco della Storia - Italiane. Gianni Riotta in studio con la sociologa Emiliana De Blasio e la storica Silvia Salvatici.
In questo Speciale di Rai Scuola si affronta il tema dell’emancipazione femminile e del ruolo della donna nella società attraverso il racconto della figura di Grazia Deledda. "Grazia - come spiega Neria De Giovanni, critica letteraria - partecipò alle più attente manifestazioni del nascere di una consapevolezza femminile di emancipazione e di autonomia”. Il documentario si sviluppa presso il liceo artistico “F. Ciusa” di Nuoro dove da anni i ragazzi, attraverso lavori artistici e rappresentazioni teatrali, raccontano la figura emancipatrice e moderna della scrittrice sarda. “Sono nata in Sardegna, la mia famiglia era composta di gente savia, ma anche di violenti e di artisti primitivi, aveva autorità e aveva anche una biblioteca. Ma quando cominciai a scrivere a 13 anni fui contrariata dai miei.”. Così dichiara Deledda alla Radio italiana dopo aver ricevuto il Premio Nobel, assegnatogli nel 1926 e consegnatogli nel dicembre del 1927. Il romanzo autobiografico e postumo “Cosima”, testimonia questo attaccamento allo studio di Grazia e la sua caparbietà e perseveranza nell’ottenere il successo letterario nonostante le difficoltà esterne della famiglia e della società dell’epoca.
Per la rubrica pomeridiana "Sapere", a partire dal 24 febbraio 1976 andò in onda sul Programma Nazionale un ciclo di dieci puntate sulla condizione della donna in Italia e all'estero, in una lunga inchiesta che spaziava dalla vita politica all'educazione, dal lavoro alla maternità. Le numerose interviste sono introdotte da Laura Gianoli per la regia di Virgilio Sabel.
Il numero dei delitti a sfondo sessuale contro le donne è sempre crescente. Questi casi oggi vengono sempre più spesso, denunciati: se ne occupano la stampa, la televisione, le istituzioni, ma non sempre è stato così. Basti pensare che in Italia, leggi come il delitto d’onore e il matrimonio riparatore sono state abrogate dal Parlamento solo nel 1981. E che una vera e propria legge sulla violenza sessuale è stata approvata in Italia sono nel 1996. Quello della violenza è un problema molto antico, che tocca le donne di tutto mondo. Una questione che solo in tempi relativamente recenti ha ricevuto una crescente attenzione tanto da parte dei mezzi di comunicazione quanto sul piano delle istituzioni internazionali.
Al centro dello Speciale di Rai Scuola "Il mio nome è donna", c’è l’esperienza fatta dai ragazzi dell’ITIS Torricelli di Sant’Agata di Militello: hanno tracciato un percorso di conoscenza e analisi che li ha portati a raggiungere una maggiore consapevolezza del ruolo della donna nella società, ponendo grande attenzione alle barbarie della violenza di genere e alla non ancora raggiunta parità fra i sessi. Un lungo viaggio, anche all’interno di se stessi, che li ha condotti fino ad un meritato premio assegnatogli dal Parlamento.
Anche in periodo di pandemia, la scuola, pur nelle molteplici difficoltà, deve fornire agli studenti validi strumenti per una cittadinanza attiva nell'ambito dell'insegnamento dell'Educazione civica. Facendo seguito al Progetto "Il mio nome è donna" che Rai Scuola ha raccontato in uno speciale, l'Istituto tecnico statale di Sant'Agata Militello (Me), ha organizzato un convegno online contro la violenza di genere invitando donne così diverse per l’impegno professionale, ma accomunate dalla forza per la lotta contro le discriminazioni e la violenza di genere.
I dati sulla violenza contro le donne in Italia rappresentano una realtà allarmante: ogni tre giorni viene commesso un femminicidio. Non si tratta di numeri ma di persone, di paure, di sofferenze, di vite umiliate e spezzate dalle barbarie di "uomini". Per combattere tutto questo bisogna partire dalla scuola di ogni grado. Lo Speciale di Rai Scuola racconta i progetti portati avanti all'Istituto professionale Brambilla di Verres in Val d'Aosta, nati con l'obiettivo di proteggere le donne da ogni sopruso e a promuovere una concreta parità tra i sessi. Solo raggiungendo questo traguardo di civiltà un giorno si potrà dire ad ogni uomo "si, questo è un uomo".
Il 25 novembre di ogni anno, si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, stabilita dall’assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999. La data è stata scelta in ricordo dell’omicidio di tre donne, le sorelle Mirabal, assassinate il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana. Impegnate nel combattere il regime trentennale di Rafael Leónidas Trujillo, con il nome di battaglia Las Mariposas (Le farfalle), le sorelle Mirabal sono diventate il simbolo della lotta contro la violenza ed il loro brutale omicidio ha risvegliato l’indignazione popolare, accelerando la fine della dittatura. La risoluzione ONU invita quindi i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG ad organizzare il 25 novembre attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica.
Metis Di Meo, per il programma Uno Mattina, intervista l'avvocatessa nigeriana per i diritti umani Hauwa Ibrahim, Premio Sakharov del Parlamento Europeo nel 2005 e Livia Zoli, di ActionAid Italia in occasione di un incontro sull'emancipazione femminile promosso dal Parlamento Europeo e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2018.
In "Processo per stupro" (1979), il primo processo ripreso dal vivo dalle telecamere Rai, nel tribunale di Latina l'avvocato Tina Lagostena Bassi ha difeso una giovane vittima di uno stupro non solo dagli artefici della violenza, ma anche dai loro legali: le requisitorie tendevano, infatti, a dimostrare presunti atteggiamenti sconvenienti o una "colpevole" passività della ragazza, che avrebbero attenuato, se non addirittura giustificato, la gravità del gesto. Di questa condizione di dolorosa discriminazione Tina Lagostena Bassi denuncia tutta la drammaticità.
Episodi che hanno una portata simbolica forte come, ad esempio, il ratto delle sabine dimostrano, secondo la filosofa Adriana Cavarero - ospite del Kum! Festival di Ancona - quanto il tema della violenza sulle donne sia storicamente un tema fondante addirittura della costruzione di imperi: vincere il nemico, conquistare il suo territorio e le sue donne. Poi c'è la violenza consumata nel quotidiano, quella delle molestie e degli stupri di cui si parla nelle pagine di cronaca nera dei giornali, che rappresenta un tipo di violenza perpetrata da un potente a scapito di un inerme in posizione subordinata.
“Nessuno di noi vedrà la parità di genere nella nostra vita, e probabilmente nemmeno molti dei nostri figli”
Tratto da Global Gender Report 2020
Per colmare il gender gap nel mondo potrebbero volerci quasi 100 anni, ma nel complesso, la situazione è migliorata, in quanto si è registrato un netto miglioramento rispetto ai 108 anni dell'indice 2018.
A questo ha contribuito una maggiore rappresentanza politica delle donne, anche se l'arena politica rimane la dimensione con le prestazioni peggiori: analizzando i dati, ci vorranno 95 anni per colmare il divario di genere in questo ambito, con le donne nel 2019 che detengono il 25,2% dei seggi parlamentari (camera bassa) e il 21,2% delle cariche ministeriali. Dall’altra parte si prevede che ci vorranno solo 12 anni per raggiungere la parità di genere nell'istruzione, e infatti, nel complesso, la parità di genere è stata pienamente raggiunta in 40 dei 153 paesi presi in esame.
Un’area che rappresenta fonte di preoccupazione relativamente al gap di genere, è la partecipazione economica, dove si è raggiunto solo un modesto 57,8%, che tradotto vuol dire attendere ben 257 anni prima che la parità di genere possa essere raggiunta.
Il rapporto evidenzia tre ragioni principali per questo:
Guardando al futuro, il rapporto rivela che la strategia più efficace per superare il divario economico di genere, è aumentare la rappresentanza delle donne nelle professioni emergenti: nel cloud computing, solo il 12% dei professionisti sono donne. Allo stesso modo, nell’ ingegneria, big data e intelligenza artificiale, i numeri sono rispettivamente del 15% e del 26%.
Per affrontare questa problematica, occorre agire attraverso un miglioramento e una riqualificazione delle competenze delle donne per affrontare le sfide e trarre vantaggio dalle opportunità che ci offre la Quarta rivoluzione industriale.
Per scaricare il rapporto completo http://www3.weforum.org/docs/WEF_GGGR_2020.pdf
"Il pil mondiale potrebbe crescere fino al 35% ed arrivare a 28 trilioni di dollari entro il 2025 se vi fosse un aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro".
(Fondo Monetario Internazionale)
Il 25 marzo 1959 andava in onda la prima puntata de "La donna che lavora", l'inchiesta di Ugo Zatterin e Giovanni Salvi sull'occupazione femminile e sul contributo delle donne alla vita socio-economica del Paese. Numerosissime le testimonianze dirette di operaie, casalinghe, mondine, commesse, magistrati, contadine: tasselli che restituiscono il complesso quadro del rapporto fra donne e lavoro negli anni Cinquanta.
"Italiani"è una serie di puntate dedicate a grandi personaggi italiani, introdotte da Paolo Mieli, che hanno fatto la storia del nostro Paese. Biografie costruite attraverso il contributo di materiali di repertorio, testimonianze e fotografie d'epoca. Qui vi proponiamo una selezione delle figure femminili.
In occasione della festa delle donne, Scrittori per un anno vi propone una puntata dedicata alla scrittura delle donne.
Attraverso le voci di scrittrici e poetesse, si sviluppa un percorso di riflessione e al tempo stesso di indagine sulla condizione delle donne che fanno letteratura. Da ricordi ed episodi, emergono gli aspetti e le contraddizioni salienti delle donne protagoniste della letteratura.
Un mondo in bilico tra emotività e controllo dei sentimenti; tra relazioni, sentimentali o amicali, e solitudine; tra solidarietà e rivalità verso le altre donne.
I contributi della puntata sono di Alda Merini, Amelia Rosselli, Dacia Maraini, Nadine Gordimer, Lidia Ravera, Francesca Sanvitale, Melania Mazzucco, Angela Bianchini, Cinzia Tani, Elisabetta Rasy, Elsa Osorio, Francesca Marciano, Francesca Sanvitale, Gina Lagorio, Jacqueline Risset.