Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano da voi.
Primo Levi nasce a Torino il 31 luglio 1919 da una famiglia ebraica.
Con l’introduzione delle leggi razziali ha difficoltà a proseguire gli studi, ma riesce comunque a laurearsi in chimica nel 1941.
Nel 1943 entra in contatto con un gruppo di partigiani operanti in Val d'Aosta, e nel dicembre dello stesso anno viene arrestato dalla milizia fascista e deportato con altri ebrei prima a Fossoli, vicino Carpi, e poi nel campo di concentramento di Auschwitz.
Il suo romanzo Se questo è un uomo, racconta le drammatiche esperienze nel lager nazista.
Primo Levi è tra i pochissimi a far ritorno dai campi di concentramento e sente il dovere del racconto e della testimonianza.
Il suo romanzo Se questo è un uomo, scritto tra il 1945 e il 1947, è diventato un classico della letteratura mondiale, dopo essere stato rifiutato da molti editori ed essere stato infine pubblicato da De Silva in una tiratura limitata.
Nel 1963 pubblica La tregua, che vince la prima edizione del Premio Campiello e diventa poi un film per la regia di Francesco Rosi.
Nel 1975 va in pensione e si dedica a tempo pieno all'attività di scrittore: pubblica la raccolta di racconti Il sistema periodico, in cui episodi autobiografici e racconti di fantasia vengono associati ciascuno a un elemento chimico.
La chiave a stella del 1978 vince l’anno successivo il Premio Strega. Nel 1982 in Se non ora, quando? racconta le avventure di un gruppo di partigiani ebrei che tendono imboscate ai tedeschi sul fronte orientale. Il libro vince nel 1982 il Premio Campiello e il Premio Viareggio.
Con I sommersi e i salvati (1986) torna sul tema dell'Olocausto, analizzando in forma saggistica la sua esperienza. Viene trovato morto l’11 aprile 1987 alla base della tromba delle scale della sua casa di Torino.
Claudio Gorlier e Marinella Venegoni, conduttori del programma VIP, Very Important Piemontesi, curato da Bruno Gambarotta, intervistano Primo Levi sui suoi ricordi, la sua famiglia, l’ebraismo, la scrittura, la Germania e la sua piemontesità (1981).
Primo Levi, Il mestiere di ricordare è una puntata del Pinocchio di Gad Lerner dedicata a Primo Levi, partendo dalla testimonianza di Luciana Nissim che era con Levi sul vagone verso Auschwitz. Fra gli ospiti: Bruno Vasari, Jean Samuel, Stefano Levi Della Torre, Salvatore Natoli e Franco Cassano. Antiche canzoni ebraiche interpretate da Moni Ovadia (1997).
Il documentario realizzato da Bruna Bertani con la regia di Paola Toscano per Rai5. Filo conduttore è Yves Francisco, il falegname arrestato nel 1943 insieme a Primo Levi. Parlano di Levi: Anna Bravo, Carlo Ginzburg, Liliana Segre, Walter Barberis, Alberto Cavaglion, Ernesto Ferrero, Giovanni Tesio, Piero Bianucci, Renato Portesi, Stuart Woolf, Domenico Scarpa.
Se questo è un uomo costituisce l’esordio letterario di Primo Levi. La prima edizione del libro viene stampata nel 1947 dalla piccola casa editrice torinese De Silva, dopo che alcuni grandi editori rifiutano il manoscritto. Ernesto Ferrero ripercorre la storia editoriale del testo, che viene pubblicato nel 1958 da Einaudi nella collana Saggi.
Prima puntata di Il mestiere di raccontare: Se questo è un uomo, a cura di Anna Amendola e Giorgio Belardelli, regia di Gianfranco Albano: un viaggio in treno con Primo Levi trent’anni dopo la sua deportazione ad Auschwitz. L’incontro a Strasburgo con Jean Samuel, il “Pikolo del Kommando” in Se questo è un uomo.
Seconda puntata di Il mestiere di raccontare: Se questo è un uomo. L’unico aspetto positivo per Levi dell’esperienza nel lager è che gli ha insegnato a scrivere.
Terza puntata di Il mestiere di raccontare: Se questo è un uomo. Levi rievoca il lavoro di chimico che lo ha aiutato a sopravvivere al lager .
In un’intervista del 25 gennaio 1975 al telegiornale Primo Levi parla dei suoi incontri con le scuole sulla sua esperienza in campo di concentramento, del pericolo fascista che è ancora presente nella nostra società e della lingua tedesca imparata ad Auschwitz.
Primo Levi su Joseph Mengele e sui suoi esperimenti fatti nel lager sui gemelli. Levi respinge l’idea della colpa collettiva ma parla della deliberata volontà di ignorare quanto avveniva nei campi di sterminio da parte dei tedeschi (Tg2 Dossier, 16 maggio 1979).
Nel 1984 Lúcia Borgia In rifarsi una vita, Il veleno di Auschwitz intervista Primo Levi sulla sua esperienza di deportato nel campo di sterminio di Auschwitz dal 1944 al 1945.
Dopo quarant'anni, Primo Levi torna ad Auschwitz, in Polonia, dove ha vissuto la tragedia della deportazione. Edith Bruck introduce il documentario diretto da Daniel Toaff per Sorgente di vita, la rubrica religiosa del Tg2 nel 1983.
Intervistato dopo la vittoria al Campiello (4 settembre 1963), Primo Levi parla del suo libro come il racconto del lungo viaggio che lo riportò a Torino dal campo di concentramento attraverso la Polonia e la Russia.
Il sistema periodico, scritto nel 1975, si compone di 21 racconti, intitolati ciascuno a un elemento chimico: Idrogeno, Zinco, Potassio, Nichel e così via, fino a comporre una sintesi della tavola degli elementi di Mendeleev. Nel libro c’è la storia personale di Levi, la storia della sua generazione calpestata dal fascismo e c’è la storia dei chimici che lottano con la materia per carpirne i segreti. L’ultimo racconto Carbonio è un omaggio al doppio legame di Levi con la chimica e la scrittura. Elio De Capitani lo ha letto per Radio Tre.
Nella raccolta Lilìt e altri racconti Primo Levi segue tre filoni. "Passato prossimo" prosegue i temi di Se questo è un uomo e de La tregua; "Futuro anteriore" si attiene ai temi di Storia naturale e di Vizio di forma; il terzo gruppo contiene pochi racconti realistici (14 gennaio 1982).
22 dicembre 1986: Ennio Mastrostefano parla con Primo Levi dei cambiamenti avvenuti nel Novecento, delle nuove paure che dobbiamo affrontare, della sua fiducia nei giovani.
A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all'origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager.
Se questo è un uomo
Non so, e non mi interessa sapere, se nel mio profondo si annidi un assassino, ma so che vittima incolpevole sono stato ed assassino no; so che gli assassini sono esistiti, non solo in Germania, e ancora esistono, e che confonderli con le loro vittime è una malattia morale o un vezzo estetistico o un sinistro segnale di complicità; soprattutto, è un prezioso servigio reso (volutamente o no) ai negatori della verità.
I sommersi e i salvati
Il fascismo non era soltanto un malgoverno buffonesco e improvvido, ma il negatore della giustizia; non aveva soltanto trascinato l'Italia in una guerra ingiusta ed infausta, ma era sorto e si era consolidato come custode di un ordine e di una legalità detestabili, fondati sulla costrizione di chi lavora, sul profitto incontrollato di chi sfrutta il lavoro altrui, sul silenzio imposto a chi pensa e non vuole essere servo, sulla menzogna sistematica e calcolata.
Il sistema periodico
Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.
Un passato che credevamo non dovesse tornare più, Corriere della sera, 8 maggio 1974
Quando c'è la guerra, a due cose bisogna pensare prima di tutto: in primo luogo alle scarpe, in secondo alla roba da mangiare; e non viceversa, come ritiene il volgo: perché chi ha le scarpe può andare in giro a trovar da mangiare, mentre non vale l'inverso.
La tregua
Ognuno è l'ebreo di qualcuno.
Se non ora, quando?
Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.
Se questo è un uomo
Devo dire che l'esperienza di Auschwitz è stata tale per me da spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa che pure ho avuto. [...] C'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo.
Ferdinando Camon, Conversazione con Primo Levi
Per approfondire la conoscenza di Primo Levi ed essere informati sulle iniziative in suo ricordo: Centro Internazionale di Studi Primo Levi.
http://www.primolevi.it/Web/Italiano