Molte opere di Shakespeare come "Romeo e Giulietta", "I due gentiluomini di Verona", "Coriolano", "Giulio Cesare" e "Il mercante di Venezia" si riferiscono all'Italia. Perché William Shakespeare sapeva cosi tanto del nostro paese? E perché ha messo così tanto dell'Italia nelle sue opere? A 400 anni dalla sua morte, Rai Cultura dedica al bardon di Avon la puntata "L'Italia di Shakespeare" del programma "Italia. Viaggio nella Bellezza".
Delle 37 opere teatrali che Shakespeare ci ha lasciato, più di un quarto sono infatti legate al nostro Paese. C'è chi sostiene che il poeta abbia compiuto un viaggio nella penisola, chi si spinge ad attribuirgli origini italiane, ma gli studiosi più autorevoli sostengono che William Shakespeare abbia semplicemente immaginato il Bel Paese a distanza. La puntata si concentra su Padova, città in cui Shakepeare ambienta "La Bisbetica Domata"; una scelta che oggi potrebbe essere letta come semplice nota di colore, ma che per il pubblico shakespeariano è la scoperta di un luogo privilegiato, di sapienza e arti, sede di una delle più antiche università del mondo. Nella biblioteca universitaria di Padova, infatti, è custodito un tesoro shakespeariano, un first folio, rarissimo esemplare della prima edizione dei lavori del drammaturgo.
“I grandi classici non chiudono, non finiscono mai di interessare”, Gigi Proietti ci parla dell’importanza di rappresentare oggi l’opera di Shakespeare e lo fa da una sede speciale, dal Globe Theatre di Roma, il teatro costruito in legno, come omaggio all’originale londinese del 1599 dove recitò la compagnia di William Shakespeare e che vide molte opere del Bardo rappresentate lì per la prima volta.
Giuseppe Verdi compose l'Otello dopo un lungo silenzio. "Aida" era andata in scena nel 1871, e solo quindici anni dopo il compositore si rimise al lavoro per l'opera ispirata al dramma shakespeariano, su “sollecitazione” di Arrigo Boito e Giulio Ricordi. Rispetto alle opere precedenti, l'Otello contiene infatti numerosi elementi di novità: le forme chiuse sono sempre meno riconoscibili e il tessuto musicale appare in continua evoluzione. Verdi si mosse in sintonia con la sensibilità di fine secolo scegliendo uno dei drammi psicologici più inquietanti di tutto il teatro di prosa e intuendo la necessità di sondare gli abissi dell'animo umano. Dirige l'Orchestra del Teatro San Carlo il Maestro Nicola Luisotti.
La trasmissione Prima della Prima di Rosaria Bronzetti ci porta dietro le quinte del Teatro “Giuseppe Verdi” di Trieste per ROMÉO ET JULIETTE di Charles Gounod. La regia dell’allestimento è di Damiano Michieletto. Nei ruoli protagonisti: Silvia Dalla Benetta (Juliette) Antonino Siragusa (Romeo) e Massimiliano Gagliardo (Mercuzio). Dirige Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico “G.Verdi” il m° Julian Kovatchev. Michieletto ambienta il dramma shakespeariano in una moderna discoteca evocata in un impianto scenico che vede al centro un piatto di giradischi, intorno alla quale si svolge tutta la vicenda delle due bande dei Montecchi (modaioli) e dei Capuleti (hip hop). Qui è ambientata la festa di compleanno di Juliette ed è in questa occasione che il regista ha immaginato l’inizio del dramma dei due giovani che “scoprono la dimensione spirituale dell’amore in mezzo alla volgarità ed ai comportamenti sfrenati dei coetanei”. L’originale trasposizione in chiave contemporanea si giustifica anche perché aiuta a comprendere l’universalità, valida per tutti i tempi, del dramma di Giulietta e Romeo che è dramma dell’incomprensione e dell’ intolleranza prima ancora che dramma d’amore. La regia televisiva di questa puntata è di Daniele Biggiero
La trasmissione Prima della Prima di Rosaria Bronzetti ci porta dietro le quinte del Teatro Comunale di Bologna per MACBETH di Giuseppe Verdi. Regia, scene, coreografia e ideazione luci sono a cura di Robert Wilson, che cala la tragedia dell’eterna lotta del Bene contro il Male in un paesaggio visivo astratto, caratterizzato da un magistrale impiego delle luci. A dirigere Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna, Roberto Abbado. Nel cast, Dario Solari è Macbeth, Jennifer Larmore è Lady Macbeth e Riccardo Zanellato è Banco. L’opera, dopo l'iniziale successo nel marzo 1847, cadde nell'oblio; fu riesumata con strepitoso successo al Teatro alla Scala nel 7 dicembre 1952, con Maria Callas nel panni della protagonista femminile, che fece entrare definitivamente l’opera in repertorio. Racconta Abbado alle telecamere di “Prima della Prima”: “Nel ‘Macbeth’, grazie a Shakespeare che è la fonte originaria di questo dramma nell’omonima -famosissima- tragedia, Verdi rappresenta la forma di potere più estremo, quello di un uomo e una donna che per esso non esitano ad uccidere, a sterminare qualunque potenziale rivale, a sterminare le generazioni future. È un potere che fagocita tutto, fagocita il futuro stesso, fagocita la vita e la morte. È il potere di un dittatore terribile.” La regia televisiva di questa puntata è di Roberto Giannarelli.
Fra i protagonisti di questo suggestivo viaggio fra musica e narrativa non poteva mancare uno dei più grandi interpreti della storia della letteratura e della drammaturgia: parliamo di William Shakespeare, che forse più di chiunque altro ha saputo cogliere e trasporre nelle proprie opere il profondo, intimo rapporto fra il ritmo della parola scritta e la dimensione dell'ascolto.
Luca Damiani accompagna i nostri lettori in questo affascinante itinerario che esplora il legame fra la letteratura e le sette note attraverso un excursus fra le opere dei più grandi autori contemporanei e non solo.