Rai Cultura in occasione dei cento anni dall'assassinio dell'onorevole Giacomo Matteotti presenta uno Speciale interamente incentrato su questo efferato delitto.
Uno spazio è dedicato alla presentazione dei principali eventi organizzati per il centenario della morte. Vengono poi riproposte inchieste, approfondimenti e testimonianze provenienti dalle Teche Rai e fotografie esclusive dell'epoca.
“Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea, e al cospetto di tutto il popolo italiano, che assumo io solo la responsabilità, politica, morale e storica, di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il Fascismo non è stato che olio di ricino e manganello e non invece una superba passione della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il Fascismo è stato un’associazione a delinquere (omissis), a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho creato.” Il 3 gennaio del 1925, all’indomani del ritrovamento del cadavere del segretario del Partito Socialista Unitario Giacomo Matteotti, il presidente del Consiglio Benito Mussolini, interviene con queste parole alla Camera dei Deputati. E’ uno dei passaggi decisivi della storia del ventennio fascista. Il regime sta vacillando sotto i colpi di una opinione pubblica che, per un breve momento, indignata per l’ennesima violenza squadrista, è sembrata sul punto di travolgere il neonato governo a guida fascista. Ma i partiti politici, per poco ancora tollerati in parlamento, non sono stati in grado di organizzare una credibile opposizione, limitandosi alla così detta “secessione aventiniana”, consistente nel rifiuto di prendere parte ai lavori parlamentari.
Rompendo gli indugi Mussolini assume su di sé la responsabilità politica e morale dell’omicidio del parlamentare socialista, ma per quanto l’opposizione chieda le sue dimissioni, la monarchia rimane completamente inerte, preferendo mantenere il sostegno al dittatore e divenendo di fatto complice delle violenze e della svolta autorità che il regime compirà nel giro di pochi mesi. Tra il 1925 e il 1926 sono promulgate le “leggi fascistissime" con le quali si stravolge l’assetto costituzionale dello stato liberale. Viene riformata la presidenza del consiglio concentrando il potere nella figura del capo del governo, si mette il bavaglio alla stampa attraverso una severa legge di censura, viene abrogato il diritto di sciopero, si crea il Tribunale speciale per la difesa dello stato, una forma di inquisizione il cui collegio giudicante è formato da militari e membri della milizia fascista e vengono sciolti tutti i partiti politici. Giacomo Matteotti è stata una delle ultime voci a levarsi contro la dittatura. Il 10 giugno 1924 viene rapito mentre si sta recando alla Camera dei Deputati. La squadraccia fascista, capeggiata da Amerigo Dumini, lo uccide nella colluttazione seguita al rapimento. Il corpo viene nascosto nella campagna romana e ritrovato solamente due mesi più tardi, il 16 agosto. Negli ultimi tempi Matteotti si è interessato a una vicenda di tangenti che riguardano alcune concessioni petrolifere fatte alla compagnia Sinclair Oil. La società petrolifera statunitense avrebbe pagato tangenti al governo italiano per ottenere l'esclusiva per la ricerca e lo sfruttamento per 50 anni, di tutti i giacimenti petroliferi presenti in Emilia e in Sicilia. Le tangenti sono finite ad alcuni gerarchi fascisti e al fratello del Duce, Arnaldo Mussolini. Matteotti sta preparando una dettagliata ricostruzione dell’intera vicenda e intende renderla pubblica con un discorso in parlamento. Il suo intervento è atteso per l’11 giugno. Il capo del governo non può permettere che lo scandalo venga alla luce, e decide di chiudere definitivamente la bocca al parlamentare socialista. Se Mussolini si è assunto la responsabilità morale e politica dell’accaduto, i responsabili materiali del rapimento sono Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo. La squadraccia è capeggiata da Amerigo Dumini un membro della Ceka fascista, un gruppo segreto finanziato direttamente dal Partito Nazionale Fascista. Dumini è un violento, che negli ambienti fascisti si vanta di aver ucciso nove persone. Nel 1926 è arrestato e condannato per omicidio preterintenzionale. Lo stesso anno è liberato a seguito di una amnistia. Uscito dal carcere cerca di ricattare Benito Mussolini grazie ad alcuni documenti compromettenti che sono in suo possesso. Tra questi probabilmente proprio quelli relativi allo scandalo Standard Oil, che Matteotti aveva con sé al momento del rapimento. Arrestato e liberato numerose volte, nel dopoguerra viene condannato all’ergastolo. E’ il 1947. Amnistiato nel 1953 è definitivamente graziato nel 1956. Muore il 25 dicembre del 1967, a seguito di una scossa elettrica ricevuta mentre cambia una lampadina in casa.