Luigi Proietti nasce a Roma il 2 Novembre 1940, in via Giulia nel cuore della sua amata città e muore lo stesso giorno, nella clinica Villa Margherita della Capitale, al compimento degli 80 anni.
Dopo la guerra abita con la famiglia in diversi quartieri: Colosseo, Tufello, Alberone. All’oratorio, luogo di aggregazione per eccellenza, rivela un istinto verso la rappresentazione e una non comune predisposizione alla musica. Dopo li liceo classico si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, dove sostiene circa sedici esami... "Non vi preoccupate, non mi sono laureato", dirà divertito. L’incontro col teatro avviene in ambito universitario mentre al cinema debutta come comparsa nel 1955.
Ma il vero e proprio debutto di Proietti nel mondo dello spettacolo avviene nel 1963 nel teatro-cabaret, all’Arlecchino di Roma (ora Teatro Flaiano) con Il can-can degli italiani per il quale compone le musiche, diretto da Giancarlo Corbelli. Un’altra sua grande passione è infatti la musica, fondamentale nella sua carriera. Canta, suona la chitarra, compone. Il suo repertorio spazia dal genere popolare italiano alla grande musica d’importazione, passando per la moderna canzone d’autore.
Il 1966 costituisce una prima importante svolta: entra nel gruppo del “Teatro del 101” che raduna teatranti come Ginny Gazzolo, Piera Degli Esposti, Paila Pavese. Qui si “agisce” seguendo l’esempio delle grandi avanguardie storiche europee, con un repertorio che va dal teatro Dada a Genet, da Vian a Brecht. Per Proietti gli anni Sessanta sono anni d’oro. Mentre gira film e recita a teatro, affina la propria cultura e i propri mezzi tecnici con un’attenzione quasi maniacale. Si dedica anche al doppiaggio che diventa un’attività quasi parallela al teatro: presta la sua voce a Dustin Hoffmann in Lenny, a Silvester Stallone nel primo Rocky, a Donald Shuterland nel Casanova di Fellini, fino ai più recenti Aladin della Walt Disney, a Robert De Niro in Casinò di Scorsese e Charlton Heston nell' Hamlet di Branagh.
Dal 1967 inizia anche a lavorare al cinema, diretto da Lumet, Pasquale Festa Campanile, Damiano Damiani. Dall’incontro con Tinto Brass nascono L’urlo, di cui è protagonista e co-autore e, nel 1970, un ruolo in Drop-out, insieme a Vanessa Redgrave e Franco Nero. Si distingue in Brancaleone alle crociate di Monicelli e in Bubù di Montparnasse di Bolognini.
Dal 1968 approda in televisione in una serie di commedie e sceneggiati: da I grandi camaleonti di Federico Zardi al Circolo Pickwick di Ugo Gregoretti, con cui molto collaborerà in seguito. Nello spettacolo Come ridevano gli italiani si confronta per la prima volta con Ettore Petrolini, del cui repertorio sarà, anni dopo, l’interprete per eccellenza.
Nel 1970 arriva la commedia musicale: Garinei e Giovannini gli chiedono di sostituire Domenico Modugno per interpretare, accanto a Renato Rascel, Alleluja brava gente al Sistina. Proietti recita, canta e balla con esiti travolgenti. Il grande pubblico lo acclama, la critica lo ricopre di elogi. Da questo momento viene riconosciuto come uno dei migliori attori italiani, il più completo. Luigi Proietti a trent’anni, dopo esperienze molteplici che vanno dal teatro cabaret alla prosa classica, dall’avanguardia al musical, sembra essere il continuatore diretto della tradizione del grande attore del Novecento.