A 140 anni dalla nascita a Dublino di James Joyce, uno Speciale di Rai Letteratura dedicato al grande scrittore irlandese, autore di capolavori come Ulysses e Gente di Dublino. Uno scrittore che ha avuto un rapporto molto stretto con l'Italia, avendo vissuto e insegnato a lungo a Trieste e avendo fatto amicizia con Italo Svevo. Nel nostro Speciale si approfondisce in particolare il legame tra Joyce e Dublino (Fabrizio Pasanisi) e Joyce e Trieste; si parla di Ulysses (con un video di Claudio Gorlier, uno di Carmelo Bene e uno girato tra studenti di liceo) e si affronta il tema della sua intraducibilità con Bergonzioni, Pedone e Terrinoni che hanno affrontato l'impresa di rendere in italiano Finnegans Wake.
James Joyce nasce a Dublino il 2 febbraio 1882, primogenito di una numerosa famiglia della buona società irlandese, di forte tradizione cattolica e nazionalista che lo iscrive nei migliori collegi cattolici della città. Le condizioni della famiglia peggiorano, fino ad arrivare alla povertà dopo la morte della madre (1903). Dopo la laurea, spinto dal vago proposito di studiare medicina alla Sorbona, trascorre un breve periodo a Parigi. Tornato a Dublino, lavora per un periodo come insegnante privato e nel 1904 sposa Nora Barnacle (che gli rimane accanto tutta la vita, dandogli due figli, Giorgio e Lucia). Dopodiché lascia definitivamente l'Irlanda. Trasferitosi prima a Pola e, l’anno seguente, a Trieste - dove rimane (salvo una breve parentesi romana fra il 1906 e il 1907) fino al 1915 - insegna alla Berlitz e in altri istituti. Nel frattempo nasce l'amicizia con Italo Svevo. La guerra lo costringe a lasciare Trieste per Zurigo, dove entra in contatto con Ezra Pound e intreccia molte amicizie. Nel 1920 si trasferisce a Parigi, dove rimane vent’anni, frequentando Valéry-Larbaud, Aragon, Eluard, Th.S. Eliot, Hemingway, Fitzgerald, Beckett. Qui nel 1922 pubblica Ulysses, grazie al rapporto di stima con Sylvia Beach, fondatrice della libreria-editrice Shakespeare and Company. Per curare la figlia Lucia nel 1934 incontra Carl Gustav Jung, grazie al quale approfondisce le conoscenze sulla psicologia del profondo. Lasciata la Francia a causa della guerra imminente, si stabilisce nuovamente a Zurigo, dove muore il 13 gennaio 1941 praticamente cieco a causa di una malattia degli occhi che lo ha accompagnato per tutta la vita.