Cent’anni fa a Bologna, come in molte altre città italiane, furono prese delle misure precauzionali, con la chiusura delle scuole, dei teatri, il divieto di fiere e mercati e la limitazione dei contatti tra la gente. All’epoca imperversava l’influenza “spagnola” che portò via milioni di persone tra 1918 e il 1920, oltre venti milioni in Europa. Tra loro anche l’artista austriaco Egon Schiele, pupillo di Gustav Klimt, la cui scomparsa fece seguito a quella di sua moglie incinta di sei mesi, anche lei colpita dall’epidemia nel 1918, tre giorni prima di lui. 

Oggi ci troviamo a combattere contro una pandemia che un secolo di progresso della ricerca medica ci auguriamo possa rendere meno funesta, ma siamo stati costretti a sperimentare l’isolamento e la privazione degli spazi destinati al confronto, a rinunciare all’offerta culturale dei musei. 

RAI Cultura ha voluto indagare su come è stata percepita questa situazione tra gli artisti, chiedendo loro una riflessione su questo capitolo drammatico della nostra storia.

Vi proponiamo, quindi, lo speciale L’arte ai tempi del COVID-19 che ha registrato l’adesione di artisti da ogni angolo del pianeta: dall’Italia alla Cina e al Vietnam, dalla Thailandia alla Danimarca, all’Armenia, agli Stati Uniti, al Belgio. 

L'immagine di copertina è l'opera di Frederik De Wilde, Reflections on The Invisible©Frederik De Wilde, 2020