Antonio Canova (Possagno 1757 - Venezia 1822), regalò al mondo la speranza nel futuro attraverso la creazione di un’arte in perfetto equilibrio tra reale e ideale. In tal modo, con la sua cifra neoclassica Canova avvicinò l’uomo al mito ispirando azioni e sentimenti etici di un’armonia perfetta.
La sua opera nasce e si colloca in un contesto di grandi stravolgimenti storici e politici, un'epoca di guerre e rivoluzioni che tra Sette e Ottocento cambiarono il volto dell’Europa. Partito da un paesino del Veneto, Canova ha saputo farsi strada ed emergere per diventare una delle personalità più significative del mondo culturale italiano ed europeo.
A Roma il giovane scultore entrava nei circoli degli
amatori dell’antico particolarmente vivaci presso la curia pontificia e dopo aver realizzato ben due monumenti funebri a Clemente XIII e XIV, gli venivano aperte le porte delle corti straniere per ritrarre nobili, principi e reali.
Particolare il suo rapporto con Napoleone che lo vuole ritrattista ufficiale: Canova rifiuta l’incarico, preferisce la sua patria, ma comunque esegue per l’imperatore ritratti esemplari di tutta la famiglia.
Dopo la caduta dell'imperatore, nel 1815, torna a Parigi per riportare a casa, in una missione diplomatica ammirevole, centinaia di opere d’arte trafugate durante le campagne napoleoniche. Il geniale Canova fu acclamato dai contemporanei come il "nuovo Fidia", capace di far risorgere l’antico senza rinunciare ad essere moderno.
Ancor oggi, come ieri, i suoi marmi incantano per quella bellezza eterna e senza tempo, vibrante di un palpito di vita, che fece esclamare allo scultore, di fronte ai fregi del Partenone : "fatti di vera carne".
La vita del grande scultore attraversata da vicende importanti lascia trasparire nei suoi taccuini e lettere, conservati a Bassano del Grappa, anche tratti intimi, affascinanti e attualissimi di un uomo moderno. La ricchezza della sua biblioteca e della sua collezione raccontano una nuova consapevolezza di studioso che travalica la figura settecentesca di
amatore per diventare difensore delle arti, un ministro convinto che l’opera debba stare nel luogo dove è stata concepita.
Lo Speciale dedicato a Canova per il Bicentenario della morte, raccoglie tutti questi aspetti dell'uomo e dell'artista, sia attraverso testimonianze storiche di archivio Rai, sia con preziosissimi contributi realizzati
ex novo da Rai Cultura.
In particolare, quello della mostra bassanese “Io, Canova. Genio europeo”, straordinaria esposizione di chiusura dell’anno delle celebrazioni, un capitolo che apre questo Speciale proponendo la viva voce di importanti studiosi che hanno realizzato l’evento.