Visitare i Musei, serie DSE Argomenti, a cura di Franco Cimmino, consulenza di Bruno Molajoli e Carlo Volpe, regia di Romano Ferrara, RAI 1975-1976
Un viaggio a ritroso per Visitare otto importanti musei italiani dislocati in un paese che André Chastel ha definito il "museo dei musei" (1980). La ricca peculiarità culturale storico artistica dell'Italia infatti, trae origine proprio da una sorta di incastro esemplare tra i suoi manufatti e gli edifici, città, territori che li ospitano. Visitare i Musei, espone questo panorama singolare di origini complesse, dettate da stratificazioni storiche e dal lento processo di trasformazione del collezionismo da privato in pubblico. Ecco allora le diverse forme museali, quelle nate da collezioni di importanti casate (Uffizi a Firenze; Palazzo Ducale a Mantova; Pinacoteca Nazionale a Ferrara; Galleria Doria Pamphilj a Roma; Capodimonte a Napoli), quelle sorte dalle soppressioni napoleoniche (Brera a Milano; Gallerie dell'Accademia a Venezia) e ancora, quelle proto industriali di fine '800 (Museo Poldi Pezzoli, Milano).
Visitare i musei introduce lo spettatore nelle sale espositive e nei palazzi storici di quasi cinquant'anni fa. Com'era allora lo stato dei musei italiani ? In questo 1975, anno dei filmati, lo racconta il grande studioso Raffaello Causa, all'epoca direttore di Capodimonte, in un'intervista molto interessante.
"Forse i musei non sono più utili, è curioso che un direttore di museo dica questo, ma i musei sono deserti, la crisi della società, la crisi della scuola, la crisi della cultura, o forse anche il fatto che i musei sono uno strumento terribilmente invecchiato. Il museo non risponde più alla sensibilità del pubblico …" Raffaello Causa, 1975
Fra gli anni Settanta e Ottanta del '900, quando la Rai propone Visitare i musei, si svolgeva da tempo un importante dibattito su tematiche di museologia e museografia. Già la Commissione Franceschini (1964), indagine per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico artistico e del paesaggio, aveva delineato un quadro desolante e in quel decennio, lo Stato tentennava a dare risposte. La contestazione del '68, aveva intrapreso una critica radicale del museo, interrogandosi proprio sul senso e ruolo di una moderna casa delle muse. Quei giovani contestatori, presto sarebbero passati dalla critica esterna, all’azione interna alle istituzioni.
Sul piano politico, il decennio vede in primo piano la riforma per il decentramento delle competenze inerenti il patrimonio artistico fra Stato e Regioni. Nel dicembre '74, veniva istituito il Ministero per i Beni culturali e ambientali; sul neo-ministro Giovanni Spadolini, confidava gran parte dell'entourage intellettuale che da tempo auspicava un nuovo corso delle cose. Vicini a Spadolini, due storici dell'arte e funzionari pubblici che avevano particolarmente a cuore il rinnovamento dei musei, sono protagonisti di questi filmati: Bruno Molajoli e Franco Russoli, quest'ultimo, impegnato nel progetto "Grande Brera".
Solo negli anni Novanta del '900 inizieranno nuovi progetti di ristrutturazione museografica e gli Uffizi con Brera, saranno le prime realtà ad affrontare problemi di ampliamento degli spazi, messa in sicurezza delle strutture e riordino delle sale con esposizioni permanenti e temporanee. Tale riorganizzazione dei musei, ha reso attuabile soprattutto un nodo centrale dell'istituzione museo, la valorizzazione del patrimonio attraverso strumenti didattici e divulgativi moderni, volti ad assorbire la crescente domanda di un pubblico sempre più variegato.